L’UOMO VITTIMA DI VIOLENZA DOMESTICA

Il problema della violenza nei confronti degli uomini è stato spesso al centro di ampi dibattiti a causa delle differenti teorie espresse sul tema ovvero:

alcuni studiosi sono stati portati a credere che “nessun tipo di violenza contro gli uomini possa essere considerata violenza di genere e mantengono l'esclusività del temine solo per quella esercitata nei confronti delle donne”, mentre altri hanno ritenuto che non ci si sia mai interessati a sufficienza “dei doppi standard nel trattamento delle vittime maschili di abusi fisici e sessuali”.

Iniziamo con il dire che ogni anno sono milioni gli uomini che sono vittime di violenza da parte dalle donne, ma detto fenomeno troppo spesso purtroppo rimane in disparte, soprattutto a causa della riluttanza degli uomini stessi a denunziare le violenze subite, nonché a rivolgersi ad esperti, enti e centri di aiuto per una serie di motivi che brevemente possiamo qui di seguito elencare  :

  • è difficile che detti fatti assurgano agli “onori della cronaca” tenuto conto che gli uomini non vengono quasi mai uccisi (possono essere distrutti sotto il profilo psicologico ed economico, umiliati, stalkerizzati, ecc.)
  • quasi sempre gli uomini si vergognano di ammettere di essere vittime di violenza da parte di donne in considerazione del fatto che socialmente un uomo viene considerato con lo stereotipo del “sesso forte”
  • gli uomini temono che seppure andassero a denunziare le condotte illecite compiute dalle compagne ai loro danni, non sarebbero creduti, stante il fatto che biologicamente godono di una superiorità fisica. Ciò però non rappresenta sempre un deterrente, in quanto molte donne sovente percuotono e feriscono i loro uomini tramite : graffi, morsi, tirate di capelli, lancio di oggetti. Oltre a queste forme di aggressioni vanno annoverate quelle con l’acido (o liquidi bollenti), sistemi questi, utilizzati per offendere senza usare la forza fisica  

Oltre a questi elementi che identificano le cause delle mancate denunzie in relazione alle violenze fisiche, gli uomini però possono essere oggetto anche di quella violenza agita in modo più subdolo, che è quella psicologica (che talvolta è anche peggiore di quella fisica) ovvero :

  • sono messi nella impossibilità di frequentare regolarmente i figli a causa della alienazione parentale posta in essere dalle mogli/compagne  
  • sono ricattati e minacciati, denigrati sistematicamente in relazione alle loro capacità familiari, sessuali, economiche, ecc., allo scopo di minare la loro autostima

Ciò posto, sicuramente la violenza compiuta in danno degli uomini viene percepita come meno seria, proprio perché l’uomo viene sempre “rappresentato come carnefice” e la donna come “vittima”, anche a causa di questo modo di vedere, gli studi sulla tematica sono scarsamente attenzionati. 

L’argomento riguardante la violenza contro gli uomini è stato comunque oggetto di dibattito anche presso il Consiglio d'Europa (nel rispetto della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali ove essa è stata definita una "violazione dei diritti umani, ma anche un ostacolo all'eguaglianza tra donne e uomini"). Secondo il documento del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione "la violenza tra uomini è spesso legata a rigide norme di genere e a dinamiche di potere". In conformità con le Nazioni Unite, il termine “violenza di genere” è stato utilizzato per distinguere la violenza comune da quella diretta a individui o gruppi in base al loro genere”, approccio questo, condiviso da Human Rights Watch in diversi studi effettuati negli ultimi anni e dallo Statuto di Roma in cui si indica che il termine si applica ad entrambi i sessi. 

In ogni caso, dopo aver sommariamente affrontato il fenomeno, ci chiediamo : cosa deve far un uomo che si trova ad essere vittima di una donna ?

  • dapprima dovrà prendere piena consapevolezza della problematica, spesso infatti molte persone sono portate a minimizzare pur di evitare di affrontarla
  • trovare il coraggio di aprirsi con familiari o terze persone – mettendo da parte eventuali sentimenti di vergogna – al fine di confrontarsi in merito al problema e trovare conforto ed una qualche forma di complicità
  • lavorare sulla propria autostima. La maggior parte delle vittime infatti, ha una percezione del sé molto bassa
  • rivolgersi ad uno esperto psicologo che possa sostenerlo e supportarlo nel percorso che lo porterà a comprendere che per poter recuperare serenità e stabilità, dovrà necessariamente : “dare un taglio netto alla relazione affettiva malata”, senza il timore di ritrovarsi solo 

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